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La prima civiltà del Centroamerica fiorì in una fertile zona a sud del Golfo del Messico più di tremila anni fa. Gli olmechi vi istituirono un’organizzazione civile, militare e religiosa che, negli anni a venire, avrebbe influenzato altre più recenti culture centroamericane. I maya, i purepecha, gli huastechi e gli aztechi, tra gli altri popoli, diedero vita a imperi le cui vestigia possono essere ammirate a Uxmal (Yucatán), a Tzintzuntzan (Michoacán), a El Tajín (Veracruz) e a Città del Messico, dove si trova il famoso Templo Mayor. Le loro magnifiche città si inseriscono in un sistema religioso e commerciale che sviluppò conoscenze scientifiche di alto livello. I maya introdussero lo zero in matematica in questo emisfero, così come fecero gli arabi in oriente; paradossalmente, però, non utilizzarono la ruota per scopi meccanici.
Da questa violenta fusione sorse la Nuova Spagna, una cultura meticcia. Tre secoli più tardi, ispirato alle idee rivoluzionarie che avevano pervaso la Francia, il sacerdote Miguel Hidalgo diede inizio a una guerra che sarebbe durata 11 anni (1810-1821) e che avrebbe portato il Messico all’indipendenza dalla Spagna. Invasa dagli Stati Uniti e dalla Francia, la nuova nazione messicana dovette affrontare nel XIX secolo dure battaglie secolo in difesa della libertà.
Il Messico è un Paese con una gran diversità climatica. La posizione geografica del paese lo colloca in due zone ben distinte separate dal Tropico del Cancro. Questo parallelo potrebbe separare idealmente il Paese in una regione tropicale e una regione temperata. Tuttavia, la topografia e la presenza degli oceani hanno una grande influenza nella formazione della mappa climatica messicana.

Secondo la Costituzione Politica del Messico il Paese è una Repubblica presidenziale, rappresentativa e federale integrata da 31 stati liberi e sovrani e un distretto federale (la capitale), sede dei poteri della federazione.
Quando i conquistadores spagnoli raggiunsero la capitale azteca Tenochtitlan (l'antica città su cui sorge ora Città del Messico), scoprirono che la dieta indigena consisteva principalmente di piatti basati su mais, conditi con peperoncini ed erbe e in genere accompagnati da fagioli e zucca. Nel tempo i conquistadores combinarono la propria dieta composta da riso, manzo, maiale, pollo, vino, aglio e cipolle con il cibo indigeno del Messico pre-Colombiano (che includeva cacao, pannocchie, pomodori, vaniglia, avocado, papaia, ananas, peperoncino, fagioli, zucca, patate dolci, arachidi e tacchino). Il totopo (una "tortilla" di mais salata cotta in forno a legna) potrebbe essere un risultato di questo connubio.
I cibi messicani cambiano da regione a regione a causa delle differenze climatiche, geografiche, etniche e, non ultimo, a seconda della maggiore o minore influenza ispanica. La zona settentrionale del Messico è nota per la produzione di manzo e di conseguenza si distingue per le pietanze basate su queste carni. La zona meridionale, d'altra parte, è conosciuta per i piatti con verdure piccanti e pollo. I prodotti del mare vengono preparati in un modo chiamato "stile Veracruz".
